Billie Eilish in aula: lavorare con la metafora

Riflettere su se stessi e sul mondo a partire da un video musicale fortemente metaforico

L’idea in pillole:
Si chiede ai ragazzi di dare un’interpretazione personale ad elementi metaforici presenti in un videoclip musicale. In questo modo possono essere condivisi e rielaborati sguardi su se stessi e sul mondo.

Alcuni video musicali hanno una forte carica metaforica. Il formatore può sfruttare questa caratteristica per attivare processi riflessivi, chiedendo al gruppo di ipotizzare possibili interpretazioni del “significato nascosto”.
Il video può essere suggerito dai ragazzi (in una situazione di lavoro simile a questa) oppure scelto a priori dal conduttore come nel caso che segue, perchè ritenuto funzionale per approfondire temi rilevanti per il percorso educativo.

Gli adolescenti, talvolta, ascoltano (e producono) musica di qualità

Ho proposto ai ragazzi dell’Anno Unico di lavorare sul video “When the party is over” della giovanissima cantante americana Billie Eilish (di grande successo a livello globale tra gli adolescenti). Il suo Electro-pop o Gothic-pop è stato apprezzato anche dalla critica più esigente; inoltre i suoi video sono spesso piccole opere d’arte, realizzati con cura e sempre veicolo di interrogativi e significati non scontati (…e sempre parecchio inquietanti).

Scegliere su quali elementi della metafora andare a lavorare

Quando si vuole utilizzare in contesti di apprendimento un video di questo genere, il formatore può chiedere ai partecipanti di “svelare” il significato nascosto dietro ad ogni singolo elemento, a partire dalla propria sensibilità. Questo tipo di attivazione può facilitare la produzione di riflessioni inedite e generative

In questo caso ho chiesto ai ragazzi di annotarsi cosa rappresentavano secondo loro:

– la scena iniziale: i colori, la stanza, la protagonista
– il liquido nero nel bicchiere
– le lacrime della protagonista e il finale

La condivisione

Terminata la visione del video apriamo il momento di condivisione. Quasi nessuno aveva scritto nulla ma, dagli interventi che seguirono, mi resi conto che avevano raccolto la sfida.

Luca: macchie sul bianco della perfezione

Luca interviene per primo. Ci dice che secondo lui la scena iniziale rappresenta la purezza, ma anche la solitudine. Il liquido nero è il dolore che la protagonista manda giù nel tempo. Dopo un pò è satura, non ne può più e il mondo puro in cui viveva si sporca.
Dopo aver detto queste parole non ha voglia di commentare oltre, e io non gli chiedo altro.
Dentro di me però penso quanto in questa visione ci fossero temi importanti dell’esperienza di Luca, ma anche di tanti adolescenti di oggi. Ci troviamo sempre più spesso ad avere a che fare con ragazzi cresciuti con genitori impegnati ad essere perfetti nel loro ruolo, a non far mancare nulla ai loro pargoli: dialogo, esperienze formative di ogni sorta, protezione dalla sofferenza e dalla frustrazione. In queste situazioni è facile che i figli interiorizzino a loro volta l’imperativo di “dover essere perfetti” e, talvolta, la sensazione di esserlo. Arrivati all’adolescenza però lo shock è forte: i ragazzi si rendono conto che sono vulnerabili, che stare al passo con le aspettative dei genitori diventa impossibile, che il mondo là fuori è pieno di insidie, precarietà, che il successo che sognavano da bambini è cosa per pochi. Tutto questo genera ansia e vissuti depressivi.
Se si è abituati alla perfezione, a rappresentarsi come bianco candido, qualsiasi macchia è insopportabile, impossibile da reggere.

Matteo: lo sporco diventa esperienza

Matteo invece ritiene che le scene iniziali possano rappresentare la forza e la fragilità insieme: il bianco è la fragilità, mentre i capelli azzurri di Billie rappresentano la forza, la determinazione con cui la protagonista vuole imporre il suo essere unica. Il liquido che la ragazza beve sono invece gli ostacoli che deve affrontare, le fatiche della vita, i problemi. Il finale rappresenta i cedimenti della ragazza: non riesce più a reggere tutta quella fatica e lascia andare, subisce molte sconfitte. Matteo sottolinea però che la protagonista non crolla mai definitivamente, lo si può notare dal fatto che rimane seduta fino alla fine del video, capiamo così che è riuscita ad attraversare questi momenti, anzi è diventata più forte e soprattutto più saggia (lo si intende dai vestiti sporchi, vissuti).
Il contributo di Matteo sembra andare a dialogare in qualche modo quello di Luca. In questo caso la non purezza diventa un valore, e la sofferenza può essere accettata e attraversata. Lo sporco è simbolo di maturità e di cammino compiuto.

Boris: la difficoltà i diventare grandi

Boris interviene per ultimo e, con il suo solito fare da “saputo”, comunica al gruppo – e a me – che il tema del video non è l’adolescenza, ma il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Ci dice che il liquido nero rappresenta quando vai a vivere da solo, e devi mantenerti tu, quando l’ingresso nel mondo del lavoro porta a vivere “la stessa fatica e la stessa merda”, quando la vita va in loop. Si diventa allora più cinici e “ci si chiude all’amore”.
Boris ci racconta che quando cresci, e inizi ad avere un pò di indipendenza, “ti senti il boss”, “però poi inizi a fare cazzate, butti via i soldi, ti penti e impazzisci”. Dice che il liquido nero potrebbe essere anche lo stare male dovuto alla delusione di sè.
Non a caso Boris è proprio in un situazione di vita simile, nei prossimi mesi gli sarà richiesto di fare un importante salto di autonomia, dovrà, non per sua scelta, andare a vivere da solo, e i servizi sociali non potranno aiutarlo tanto come hanno fatto fino ad ora, dato il compimento della maggiore età.
Attraverso questo discorso, fatto con tono di chi si sente un pò più grande e un passo avanti nel percorso della vita, Boris ha portato al gruppo i propri fantasmi, le proprie paure, gli ha dato una forma e le ha condivise come forse mai prima in un contesto simile. La potenza della metafora, e la protezione data dalla richiesta di non parlare di se ma “della protagonista del video”, lo hanno messo in condizione per poter formulare e comunicare quella riflessione, in un atto di grande forza e coraggio.

il ruolo del gruppo

Come sempre il gruppo ha avuto un ruolo fondamentale: accoglie, contiene, in un gioco di risonanze aiuta ad integrare i contenuti più forti.

2 pensieri riguardo “Billie Eilish in aula: lavorare con la metafora”

  1. Io adoro Billie Eilish e questo “libro/articolo” mi è piaciuto, forse dovevate solo cercare di legare un po’ di più i commenti dato dai collaboratori del gruppo, a volte mi chiedevo, infatti, come avesse fatto a bere quel liquido nero/ inchiostro, e soprattutto come ha fatto a “piangerlo” ma quello l’ho scoperto, l’altra mia domanda era: perchè farlo? perchè proprio inchiostro? quello che salta subito all’occhio sono i capelli di Billie e il bicchiere con il liquido, ma perchè la stanza è tutta bianca come i vestiti di Billie? con questo “libro/articolo” ho capito che nelle sue canzoni ci sono dei significati nascosti e metafore e non sono fatte a caso!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *