Mamma, papà, ora vi spacchiamo il telefono! …e se il problema fossero gli adulti? un racconto di insurrezione

Attraverso un lavoro di narrazione fantastica i ragazzi riflettono su alcune problematiche legate alla dipendenza da strumenti digitali. Ciò che emerge è tutt’altro che scontato…

All’Anno Unico, durante il percorso di Pedagogia Hacker, abbiamo chiesto di ipotizzare possibili soluzioni agli effetti nocivi degli strumenti digitali.
I ragazzi dovevano scrivere un racconto di fiction in cui si ipotizzassero risposte virtuose, in particolare al problema della dipendenza.

Dovevano immaginare di scrivere lo script di un film (spesso, come sappiamo, per gli adolescenti è più facile creare una narrazione chiedendogli di immaginare che sia la trama di un film o di una serie tv); le soluzioni presentate nel testo potevano essere anche fantastiche, era permesso osare senza censure.

L’idea era provare a superare l’immaginario distopico tipico di narrazioni in stile Black Mirror, volevamo sfidare l’impotenza che questi racconti suscitano permettendoci anche soluzioni assurde, e non necessariamente politicamente corrette.

Questo è il brano che il gruppo, 6 ragazzi poco “scolarizzati” ma molto intelligenti hanno creato, senza nessun suggerimento da parte dell’adulto: 

Un ragazzo nella sua famiglia. È il figlio più piccolo. Si rende conto che si sente solo perché i genitori non parlano: non parlano tra di loro, non parlano con lui. Studia allora un metodo per staccare i genitori dal telefono.

Fa diversi tentativi:
-prima stacca il wi-fi
-poi rompe i telefoni ai genitori (glieli rompe di notte, nei pochi momenti che non li hanno in mano)
-allora gli stacca la sim da telefono e gliela butta via

Questi metodi però non funzionano.
Cerca allora di far sentire i genitori in colpa perché non fanno il loro dovere.
Denuncia l’azienda dei telefoni, cerca delle prove che la colpa per cui i genitori non si parlano è dell’azienda dei telefoni.

Chiama un amico, gli chiede come va, lui gli dice che la situazione a casa sua è simile, allora insieme decidono di creare un gruppo. Si danno un appuntamento in un posto segreto, vanno all’azienda che produce i telefoni, si presentano nell’ufficio del proprietario dell’azienda. Gli dicono: “guarda, i nostri genitori non pensano più a noi”, poi lo mandano affanculo e lo menano. Menano il signore dei telefoni.

Poi se ne vanno e fanno scattare la seconda parte del loro piano.
Tolgono l’elettricità a tutta la città. La gente rimane al buio ed è costretta ad utilizzare le candele.
Le persone senza luce con il passare dei giorni vanno in depressione, iniziano ad esserci diversi suicidi, la gente inizia a protestare, c’è una rivolta perché i cittadini rivogliono l’elettricità.

I ragazzi allora propongono un patto: se vi ridiamo l’elettricità tutti i telefoni devono sparire .

Quarto stato cyborg – Bologna Livello 57

Spunti di riflessione

Sebbene si tratti di un testo che a molti colleghi potrebbe far storcere il naso, scritto da ragazzi piuttosto allergici alla scrittura (e alla lettura, e ai contesti scolastici..), contiene alcune intuizioni ed elementi di saggezza che è bene elencare, che in aula abbiamo in seguito approfondito insieme:

  • I primi responsabili di tutta questa questione non sono gli adolescenti. Il problema sono gli adulti che progettano e guadagnano sul tempo che dedichiamo allo smartphone. Molte delle piattaforme digitali che usiamo quotidianamente sono progettate per generare dipendenza, da team di ingegneri e psicologi “passati al lato oscuro”. Gli adulti inoltre, nel ruolo di utilizzatori, sono dipendenti come e forse più dei ragazzi.
  • Il ruolo, rimosso, dell’economia e del conflitto. La dimensione economica, il capitalismo ha un ruolo importante in questa partita, anche se la maggior parte di “media educators” evita o marginalizza la questione, “E’ colpa vostra che utilizzate male lo strumento”, fanno intendere. I ragazzi nel loro racconto invece hanno messo in evidenza qualcosa di diverso e ci ragguagliano, con linguaggio colorito, che se si desidera il cambiamento bisogna mettere in conto anche un importante livello di conflitto, che non basteranno i ravvedimenti interiori.
  • Sortirne insieme. La dipendenza da strumenti digitali ha una dimensione sociale e politica, non può allora essere affrontata dall’individuo da solo. Bisogna allearsi, come i ragazzi nella storia, “sortirne insieme”, come ripeteva don Milani.

Come spesso accade i ragazzi hanno detto le cose con molta semplicità, ma in modo molto efficace, elementi che la media education e in generale tutta l’educazione al digitale in generale tace o mette in secondo piano. Sta a noi saper ascoltare…


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