Tornando a lavorare con i ragazzi: appunti poetici

Una poesia collettiva per prenderci cura di noi che di lavoro ci prendiamo cura. Dare forma in versi ai vissuti della ripartenza

Il testo che segue lo abbiamo scritto durante un laboratorio on line di formazione formatori (do you know AlieniOnLine?…), riflettendo sulle potenzialità della poesia nel lavoro a distanza con gli adolescenti.

Nasce come esercitazione, come gioco leggero per esploratori di nuove possibilità.

un pad, un foglio di testo open source, etico e sottile, e le nostre parole

Rileggendolo ho pensato che fosse importante pubblicarlo.
In mezzo a tutto il vociare di questi giorni sui giovani, sulla scuola, sugli insegnanti, sugli educatori, noi operatori in prima linea forse abbiamo più bisogno di silenzio e parole incarnate. Abbiamo bisogno di fare un passo a lato, guardare dentro e guardare oltre, di visioni, di ri-connetterci con noi stessi e tra di noi, prenderci cura di noi.

Se qualcuno vuole ‘sentire’ come stiamo vivendo questi giorni, quelli che seguono sono i nostri appunti in versi. 
Se qualcuno vuole proseguire questa poesia collettiva, ci mandi le sue immagini, le sue visioni, le sue metafore. 

Questa ripartenza – poesia collettiva

Questa ri-partenza è grigio nebbia con fasci di luce
è pongo plasmabile
montagne alte che ti attraggono e ti spaventano
scalpitare allo start con i pesi alle caviglie
sono sereno sapendo che le nuvole sono veloci a coprire il cielo,
e la tempesta torna in fretta
tengo stretto il manubrio di gomma rigida
un ritmo difficile da ballarci sopra
ci sono

Parto giallo cammino scalzo
con i piedi al caldo
non c’è più il deserto in paese
ma la sabbia è rimasta
affondo
lascio tracce
guardo le scie
sento l’umidità della tempesta
sta arrivando?
ruvida
mi riempie occhi e orecchie
di suoni morbidi
di battiti sordi

Settembre in bianco e nero,
una fotografia da ricolorare,
un ritorno lento alla velocità,
un passo verso un futuro meno tracciato,
carico di previsioni
senza un cielo azzurro,
toccando l’incertezza ma con la speranza
che sapremo suonare come un’orchestra.

Lo stridìo assordante della metro.
Quando fa caldo e ci sono i finestrini abbassati
ma qualche bocchettone dell’aria condizionata ancora funziona
e ti congela.
Quello stridìo,
che non sai se la metro resta sui binario deraglia.

la ri-partenza è funambolica….
il tempo arricciato e allungato si snoda perdendo i suoi soliti confini.
Mi sento grigia e gialla a secondo dell’aria che sento.
Vorrei più silenzio e meno folla di rumori superficiali,
più silenzio per sentire e capire

Questa partenza è di un bianco sporco
di plastica dura, un piccolo pezzo di Lego
correre sotto la pioggia
è cumuli, nembi, cirri,
strati da cui arriva un tuono lontano e il grido di un falco

Questa ri-partenza
è un vetro appannato su cui passare le dita e vedere attraverso.
La pioggia ci batte
sopra, appoggi la mano per sentirene le vibrazioni,
trema la mano,
trema il corpo,…..sarò pronto?

Questa ri-partenza
è tinta di un pallido verde come una tenue speranza,
è un legno sospinto a riva dopo un lungo naufragio,
è un vecchia foto di amici che ora si ritrovano cambiati,
è uscire da schemi ripetuti,
è un cielo rosa in un tramonto estivo
vellutato, morbido, che accompagna
un sussurro: “è vita”.

Questa partenza è scricchiolante di foglia
vola nel vento leggero
cadrà?
si alzerà?
la accompagno con lo sguardo
Riparto
verde come quel prato al pascolo
Rimbalzo come una pallina di gomma dentro un oceano dove non tocco.
Questa partenza è rossiccia, il cielo della sera.
È dura e fragile, un righello che si piega.
Le nuvole coprono tutto.
Camminare veloce sui tacchi, e piove.
Tocco il terreno ed è bagnato e caldo,
sento il rumore delle gocce di pioggia che cadono. 

Questa ripartenza
Cangiante e opaca
Un filo sottile,
uno zaino pieno
Saltare da un sasso all’altro, scivolosi, sul torrente
Resto asciutta
Ingannevolmente tiepida, serena a tratti,
con nuvole sospette all’orizzonte
Che possono cambiare fronte
Un prato invitante, una strada in pianura, montagne aspre vicine
Prendere un respiro, allacciare bene le scarpe comode

Questa ripartenza è il tiepido arancio è costanza
è la pista nel deserto, motori rombanti
temporali devastanti
fresco e morbido gelato, da mangiare con le mani
violini ritmati, colpi sferrati, cori vibrati

la mia ripartenza è fluida e malleabile
è magma incandescente
è salita sotto nuvole e vento
è un filo sospeso sopra punti di domanda
è rosso fuoco, ma anche giallo sole
è alternanza tra rulli di tamburi e flauti leggeri
come l’erba morbida e fragile

la (ri)partenzaè a righe bianche e nere
elastico che si tende ma non si spezza
è maionese in creazione, vortice necessario per non impazzire
Questa partenza è giallo intenso come il sole
fuoco che abbaglia e brucia
attrae e fa paura
mi avvicino e mi allontano
cerco ombra e fresco nel caldo torrido
silenzio assordante

Questa ripartenza la voglio giallo sole ma è resistente come l’acciaio…
le nuvole vanno e vengono mentre cammino in salita.
Forse pioverà ma sento il calore di un suono amico in lontananza,
una tromba che suona

La mia ripartenza
fumo negli occhi
la finestra si spalanca e salto fuori
il vento che spazza
in girostare
cercare vie nuove
tra il rumore di fondo
freddo
e il silenzio del tuo sguardo.
Settembre,
è un vivido magenta che incastra il pensiero,
è argilla nelle mani,
è ondeggiare in mezzo al mare,
ed è ventoso,
chiudo gli occhi e  mi lascio cullare da una musica dolce

Questa ripartenza è sfuocata
Intravedo opportunità 
Percepisco timori, paure. 
Allungo la mano
Incontro fumo
Mi faccio strada tra la nebbia 
Avanzo titubante nell’ignoto
Dei giorni che verranno 
Rosso, di Ferrocome una madonna che scavanella pioggia
e sente un colpo
che crea una musica.
Bella Musica!

Questa partenza
è grigio chiaro,
è nuvole che si rincorrono tra spiragli di cielo
è il brusio delle onde, un ritmo sempre pronto a cambiare
so galleggiare,
(ri)imparo a nuotare
La bici cade in un sorriso sbucciato
il solletico dell’erba alta sul palmo
che gira e piove
nel silenzio infranto dall’ape
e l’attesa del suo lavoro d’oro al mattino
con i progetti freschi spalmati di burro

Un commento su “Tornando a lavorare con i ragazzi: appunti poetici”

  1. Interessante poesia collettiva. Perché abbiamo bisogno di parlarci davvero su ciò che sentiamo…grazie
    La condividerò e la leggerò con attenzione aggiungendo magari anche il mio sentire.

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