Abbiamo sviluppato il concetto di pedagogia hacker durante i laboratori e workshop di autodifesa digitale organizzati con il gruppo di ricerca Ippolita per indicare l’attitudine di fondo che animava questi interventi. Oggi portiamo avanti questo progetto formativo e politico, in Italia e all’estero, sotto il nome collettivo C.I.R.C.E. (Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche).

Il fine è evidenziare il valore pedagogico, in un’ottica di pedagogia critica, delle competenze e attitudini che caratterizzavano i primi computer club e gli hackerlab, terreno culturale in cui alcuni di noi hanno mosso i propri passi.

La pedagogia hacker è un’attitudine attiva. Mira a modificare i comportamenti che promuovono automatismi e per questo riducono la libertà di scelta.

E’ un approccio educativo che coniuga l’approccio dell’apprendimento esperienziale (Boud – Cohen – Walker, 1993 – Reggio, 2010), l’attitudine hacker, il gioco e un deciso orientamento libertario.

Le formazioni, seminari e laboratori di pedagogia hacker promuovono un insieme di riflessioni e tattiche per aumentare la consapevolezza rispetto ai nostri corpi-menti, individuali e collettivi.