Gli adolescenti cercano spazi di vuoto e intensità (a ritmo di blues)

Dal soggetto di un video musicale scritto in modalità partecipativa emerge il desiderio di rallentare e di incontro autentico (ora più che mai)

Ecco fuori dal cassetto il racconto di un’attività fatta con i ragazzi in tempi “pre-covid”, ma che non perde oggi la sua attualità, anzi. In un’epoca di legami deboli e di iperstimolazione, che con la pandemia si sono trasformati in isolamento e sovraesposizione ai dispositivi digitali, i ragazzi cercano spazi dove il ritmo rallenta, e alla base c’è la qualità della relazione. 
E noi educatori/formatori/insegnanti come ci poniamo?

L’idea di Filippo Corbetta, regista e amico, era semplice e forte: raccontare nel videoclip a cui stava lavorando la fuga di due ragazze adolescenti dalle aziende in cui erano in stage. Una sorta di Thelma e Luise dei giorni nostri: la prima ruba il furgone dell’azienda in cui è ospitata, va a recuperare la seconda che – all’inizio un pò titubante – sale a bordo, e insieme fuggono via.

La questione centrale per la stesura del copione era a questo punto capire dove sarebbero potute andare. Filippo aveva qualche idea ma era convinto che chiedere direttamente ad adolescenti della stessa età delle protagoniste sarebbe stato molto interessante e più realistico.
Concordiamo allora una data in cui sarebbe venuto a trovarci all’Anno Unico per discuterne con i ragazzi.

OGNI INCONTRO E’ PREZIOSO

Il giovane regista si siede così tra di noi in classe un giovedì mattina.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento decidiamo, come sempre accade quando abbiamo ospiti, di chiedergli di raccontarci la sua storia. In un mondo difficile da decodificare come il nostro ascoltare storie di vita, soprattutto di chi non ha molti anni più dei ragazzi, è sempre preziosissimo. In particolare era interessante ascoltare la storia di una persona che per passione ha scelto la professione di filmmaker, consapevole della difficoltà di portare avanti il proprio progetto. Gli stimoli di riflessione emersi in poco tempo sono stati moltissimi: cosa vuol dire vivere di “arte”, la precarietà, le soddisfazioni, i compromessi, i momenti di sconforto, i viaggi, la necessità di imparare a mediare tra le richieste del committente e la propria ricerca artistica e tanto altro.

ALLA RICERCA DI IDEE PER IL VIDEO

Chiusa questa parte abbiamo avviato il “focus group” per la raccolta di idee per la sceneggiatura del video. I ragazzi all’inizio erano un pò reticenti, come è giusto quando si incontra una persona nuova, in breve tempo però la discussione si è animata.

La domanda di partenza è quindi stata “dove andresti con una tua amica/o se aveste un furgone a vostra disposizione?”

Se qualcuno tra i lettori ha immaginato che i ragazzi avrebbero risposto “a fare shopping”, “a divertirsi, a spaccarsi!” non conosce bene i “nuovi” adolescenti. Certo, tra le tante idee all’inizio sono emerse anche questo tipo di proposte, ma quella che infine ha prevalso è stata ben diversa.

ALLA RICERCA DI SPAZI DI VUOTO E INCONTRO

Quello che maggiormente emerge dai suggerimenti dei ragazzi non è stata una meta ricca di stimoli, di rumore, di persone, ma uno spazio di tranquillità, di intimità, di vuoto:

In riva al mare la sera!
in una fabbrica abbandonata!
a parlare,
a fumare una sigaretta con calma… al tramonto…

 ci dicono

si è imposta la ricerca di uno spazio sereno, “notturno”, al riparo dalla frenesia del quotidiano.
Passa quindi l’idea della fabbrica abbandonata.

OGNI POSTO TRANQUILLO NON E’ MAI TRANQUILLO

Barbara prima si lascia cullare dall’idea che i protagonisti guadagnino la propria tanto ambita tranquillità, ma poi rimane pensierosa; rialza lo sguardo dicendo agli altri che nella realtà non si può mai stare tranquilli, c’è sempre qualcuno che mette i bastoni tra le ruote. Propone allora che ad un certo punto spuntino fuori dei bulli, maschioni seducenti, che si riveleranno poi personaggi senza scrupoli che cercavano solo di “divertirsi” con le due ragazze. Ribadisce che questo è un mondo dove le persone sono false e non ci si può fidare di nessuno, ognuno segue il suo interesse, che le ragazze vengono cercate solo se “la danno”. Gli altri, in particolare le ragazze, annuiscono, è un momento importante di solidarietà femminile, e un chiaro messaggio ai maschi.
Insieme propongono a Pippo che nel video le ragazze trovano la forza di dire “NO”, allontanare gli aggressori e ritrovare la loro pace. Una proposta scenica che, recitata nel video, avrà una certa forza simbolica.

… E NE E’ NATO UN VIDEO DAVVERO BELLO

I suggerimenti dei ragazzi, filtrati e ri-interpretati dalla sensibilità e dalla capacità tecnica del regista (nonchè dalla bravura delle attrici) hanno portato alla creazione di un video veramente bello, che ha anche vinto diversi premi. Lo potete vedere qui sotto.
Quando è uscito, diverso tempo dopo la mattinata appena raccontata, lo abbiamo visto insieme in classe, rievocando le nostre riflessioni, integrando con nuovi spunti dati dalla visione.
In un ottica freiriana si è trattato di interrogarsi, “problematizzare” a partire da un determinato tema che risuona nel gruppo e “codificarle” in un prodotto artistico che aiuti a portare ulteriori elementi inediti di riflessione.

Per noi formatori è stato sicuramente un tassello in più per conoscere meglio i nostri ragazzi, questi adolescenti della generazione sovrastimolata, dell’individualismo estremo (dell’isolamento…), che come desiderio hanno spazi di vuoto, di serenità, di incontro intimo e autentico.


Qui trovate tante altre cose interessanti sul suo lavoro di Filippo Corbetta

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